Il passaggio dall'era dei combustibili fossili a quello delle risorse rinnovabili impone un cambio culturale nel modo di spostarsi, di produrre, consumare l'energia e fabbricare le merci
Il passaggio dall'era dei combustibili fossili a quello delle risorse rinnovabili impone un cambio culturale nel modo di spostarsi, di produrre, consumare l'energia e fabbricare le merci 

IL BLOG CURATO DA VINCENZO TRIUNFO

Ancora una volta si sta manifestando un inspiegabile mancanza di analisi preventiva delle conseguenze di una progettazione energetica non coerente e poco attenta agli scenari che potrebbero verificarsi nell' implementazione di nuovi impianti per la produzione di energia elettrica rispetto agli squilibri energetici che si manifestano nella gestione delle reti elettriche e degli impianti esistenti.In Europa assistiamo oggi ai casi Francia e Germania. In Francia e in altri Paesi europei, la combinazione di produzione di energia elettrica da fonte nucleare, poco flessibile, e  quella fotovoltaica, non programmabile, sta creando gravi squilibri nelle reti elettriche. L'operatore francese RTE ha dovuto adottare misure straordinarie per gestire l'eccesso di produzione, tra cui tagli alla generazione rinnovabile e pagamenti elevati per esportare energia verso Paesi vicini. In alcuni casi, i costi hanno superato i 12.000 euro per megawattora, cifre ben al di sopra dei prezzi di mercato.   Anche la Germania ha affrontato problemi simili durante le vacanze pasquali del 2024, quando picchi di produzione solare (30 GW) si sono scontrati con una domanda ridotta (40 GW), rischiando blackout senza l'intervento dei gestori di rete.  Il conflitto tra nucleare e rinnovabili  Il nucleare, che in Francia copre oltre il 65% della produzione elettrica, è una fonte rigida, incapace di adattarsi rapidamente alle fluttuazioni della domanda. Questo crea squilibri nelle ore centrali della giornata, quando il fotovoltaico produce al massimo.  Bruno Burger, ricercatore del Fraunhofer-Institute, ha commentato: "L’energia nucleare e le rinnovabili non vanno d’accordo. In Francia, il solare viene ridotto quasi quotidianamente perché le centrali nucleari non riescono a modulare la produzione." Intanto, la Francia ha aumentato la capacità fotovoltaica a 24,5 GW, ma l'incapacità del nucleare di adattarsi sta creando un "tappo" che limita l'integrazione delle rinnovabili.  Prezzi negativi e costi nascosti  L'eccesso di produzione ha portato a prezzi negativi dell'elettricità, con i produttori costretti a pagare per immettere energia in rete. Inoltre, i gestori di rete devono compensare gli operatori rinnovabili per i tagli imposti, con costi che ricadono sulle bollette dei consumatori.  In Germania, una nuova legge riduce i sussidi al fotovoltaico durante i picchi, ma gli impianti esistenti continuano a produrre senza vincoli, aggravando il problema.  La soluzione: reti intelligenti e flessibilitàPer affrontare queste criticità, l'Europa deve puntare su:  1. Accumuli di energia: batterie e sistemi di stoccaggio per bilanciare produzione e domanda.  2. Prezzi dinamici: tariffe che riflettano la disponibilità effettiva di energia.  3. Partecipazione attiva dei consumatori: modelli che incentivino l'uso dell'energia nelle ore di minor congestione.  4. Miglior coordinamento tra Paesi: ottimizzare gli scambi transfrontalieri per evitare sprechi.  Un problema globale  La congestione delle reti non è solo europea. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA), il 20% dei progetti globali di centri dati rischia ritardi a causa della mancanza di capacità delle reti. In Paesi come Irlanda e Germania, i tempi di attesa per nuove connessioni possono arrivare a 10 anni.  In conclusione l'Europa sta producendo più energia pulita, ma senza reti adeguate e politiche chiare, il rischio è di sprecare risorse e aumentare i costi per i cittadini. Servono investimenti urgenti in infrastrutture e tecnologie flessibili per garantire un futuro energetico stabile e sostenibile.  
La Commissione europea ha annunciato un ambizioso piano per integrare l'intelligenza artificiale (IA) nel settore energetico, con l'obiettivo di posizionare l'Unione Europea come leader globale in questo campo. L'"AI Continent Action Plan", approvato il 9 aprile a Bruxelles, prevede l'adozione di una "Strategic roadmap for digitalisation and AI in the energy sector" entro il 2026. Questa tabella di marcia sarà fondamentale per guidare l'integrazione sostenibile dei data center, indispensabili per lo sviluppo dell'IA, nel sistema energetico europeo.   Le Basi della Roadmap UE La roadmap, sviluppata dal "gruppo di progetto AI" guidato dalla commissaria UE Henna Virkkunen, si concentrerà su tre pilastri principali:  1. Infrastruttura e Supercalcolo: L'UE rafforzerà la sua capacità di calcolo con una rete di "AI Factory" e "Gigafactory", dotate di chip all'avanguardia e alimentate preferibilmente da fonti rinnovabili. Tra queste, spicca "It4lia", un'iniziativa italiana coordinata da Cineca, che sfrutta il supercomputer EuroHpc Leonardo.  2. Efficienza Energetica: La Commissione richiederà ai partecipanti al bando per le Gigafactory di specificare soluzioni per la connessione alla rete elettrica, privilegiando l'uso di energie rinnovabili e l'efficienza idrica e circolare.  3. Adozione dell'IA: Solo il 13,5% delle imprese europee utilizza attualmente l'IA. Per colmare questo gap, sarà lanciata una "Apply AI Strategy" per promuovere l'uso dell'IA in settori strategici come energia, ambiente e mobilità.  La Sfida Energetica dei Data Center  L'IA offre grandi opportunità, ma comporta anche sfide significative, soprattutto in termini di consumo energetico. Secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), un tipico data center dedicato all'IA consuma tanta elettricità quanto 100.000 famiglie, e i più grandi in costruzione potrebbero consumarne venti volte di più. Nel 2024, gli investimenti globali nei data center hanno raggiunto i 500 miliardi di dollari, con un consumo elettrico pari all'1,5% del totale mondiale.  Entro il 2035, si stima che il consumo dei data center arriverà a 1.200 TWh, superando in alcuni Paesi, come gli USA, il consumo cumulato di settori ad alta intensità energetica come acciaio e cemento. Per far fronte a questa domanda, la IEA prevede un aumento di oltre 450 TWh nella produzione di energie rinnovabili entro il 2035, ma sottolinea la necessità di investimenti urgenti in reti elettriche e sistemi di storage.   Alcuni dati Energetici in sintesi1. Consumo dei Data Center    - Nel 2024, i data center hanno consumato 415 TWh a livello globale, pari all'1,5% della domanda elettrica mondiale.     - Entro il 2035, si stima che il consumo raggiungerà 1.200 TWh, equivalente al 3% della domanda globale.     - Un singolo data center avanzato per IA può richiedere potenze elettriche di 20-50 MW, valori simili alle richieste di piccole città2. Distribuzione Geografica     - Stati Uniti: 45% del consumo globale dei data center.     - Cina: 25%.     - Europa: 15%, con una crescita annua del 12% dal 2017.  3. Impatto sulle Rinnovabili     - Per soddisfare la domanda dei data center entro il 2035, serviranno oltre 450 TWh da produrre con fonti rinnovabili.     - Le Gigafactory UE dovranno garantire che almeno 60% dell'energia provenga da rinnovabili entro il 2030.  4. Efficienza e Ottimizzazione     - L'IA può ridurre i tempi di inattività della rete elettrica del 30-50%.     - L'uso di sensori intelligenti può liberare 175 GW di capacità di trasmissione senza nuove infrastrutture.  L'IA come Alleata della Transizione Energetica  Nonostante le sfide, l'IA può essere un potente strumento per accelerare la transizione energetica:  - Ricerca e Sviluppo: L'IA può accelerare la scoperta di materiali per fotovoltaico e batterie, esplorando composizioni chimiche in tempi record.  - Ottimizzazione delle Reti: Il rilevamento dei guasti basato su IA può ridurre del 30-50% la durata delle interruzioni di corrente, mentre sensori e gestione intelligente possono liberare fino a 175 GW di capacità di trasmissione senza costruire nuove infrastrutture.  - Riduzione delle Emissioni: Le aziende energetiche stanno già utilizzando l'IA per ottimizzare produzione, trasmissione e consumo di energia, abbattendo costi ed emissioni.  In Conclusione la roadmap UE rappresenta un passo cruciale per bilanciare lo sviluppo dell'IA con la sostenibilità energetica. Tuttavia, come sottolinea la IEA, l'IA non è una soluzione miracolosa: serviranno politiche proattive, investimenti in rinnovabili e una collaborazione globale per garantire che il potenziale dell'IA sia sfruttato in modo responsabile ed efficiente.  Per ulteriori dettagli, consultare:  - AI Continent Action Plan- Report IEA "Energy and AI"
Nel marzo 2025, il mercato delle auto elettriche in Italia ha registrato una crescita significativa, con un aumento del 75,42% delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2024. Nonostante questi dati positivi, il Paese rimane indietro rispetto ad altri mercati europei, come Germania e Francia, dove le vendite di veicoli elettrici sono nettamente superiori. Questo articolo analizza i trend del mercato, le sfide e le opportunità per il futuro.Al 31 marzo 2025, le auto elettriche circolanti in Italia hanno raggiunto le 297.917 unità, con 23.019 nuove immatricolazioni dall’inizio dell’anno.  La quota di mercato delle auto full electric (BEV) si attesta al 5,16%, un dato in crescita ma ancora lontano dalla media europea.   La suddivisone dei canali di vendita è concentrata soprattutto su due linee;Il 43,66% delle vendite è rivolto ai privati, mentre il 30,70% è destinato al noleggio a lungo termine. Le flotte aziendali rappresentano il 7,85%.  - Modelli più venduti:    1. Tesla Model 3 (2.210 unità)    2. Dacia Spring (2.076 unità)    3. Citroën C3 (1.455 unità)  Le immatricolazioni sono concentrate nel Nord Ovest (7.482 unità) e nel Nord Est (6.225 unità), mentre il Sud e le Isole mostrano numeri più contenuti (rispettivamente 2.241 e 1.046 unità).  Il confronto con l’Europa  L’Italia sconta un ritardo significativo rispetto ad altri Paesi europei:  - Germania: 70.498 immatricolazioni  - Francia: 45.272 immatricolazioni  - Regno Unito: 50.948 immatricolazioni  - Italia: 13.654 immatricolazioni  Questo divario è attribuibile a fattori come la minore disponibilità di incentivi statali e una rete di ricarica ancora in via di sviluppo, con 64.391 punti di ricarica e 33.414 infrastrutture registrati a dicembre 2024. Le sfide e le opportunità Nonostante il ritardo, il mercato italiano mostra segnali incoraggianti:  1. Modelli entry-level: L’arrivo di veicoli elettrici più accessibili, come la Renault 5 E-Tech, potrebbe attrarre nuovi acquirenti.  2. Ruolo delle flotte aziendali: Un maggiore coinvolgimento delle aziende nell’elettrificazione dei parchi auto potrebbe accelerare la transizione.  3. Infrastrutture di ricarica: Un’espansione della rete è essenziale per sostenere la domanda futura.    In conclusione, la crescita delle immatricolazioni elettriche in Italia è un segnale positivo, ma per colmare il gap con l’Europa servono politiche più incisive e investimenti nelle infrastrutture. Come dimostrano altri mercati, superata una certa soglia, l’elettrico può affermarsi anche senza incentivi, grazie a una maggiore fiducia nella tecnologia. L’Italia ha il potenziale per recuperare terreno, ma il tempo a disposizione non è infinito.  Fonti dati: Motus-E, dati aggiornati al marzo 2025.  

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